FASCITE TIBIALE o SINDROME DA STRESS MEDIALE DELLA TIBIA (MTSS) o PERIOSTITE TIBIALE
Questa patologia da sovraccarico, più frequente nei giovani podisti, insorge con un dolore localizzato longitudinalmente e medialmente sulla tibia che a volte può irradiarsi fino al ginocchio. La palpazione e la digitopressione di questa zona lo evoca. E’ un dolore subdolo che inizia subito con la corsa e riscaldandosi diminuisce o sparisce per poi ripresentarsi a freddo lontano dall’allenamento. Il dolore può avere sia un origine muscolare data dal tibiale posteriore ipercontratto che, alla lunga, da una rarefazione ossea tra terzo medio e distale della tibia.
E’ importante differenziare la diagnosi con le fratture da stress che sono positive all’ Rx, mentre la fascite non lo è; anche se a volte si nota una minima variazione del periosteo tibiale.
CAUSE:
Le cause si direzionano tutte verso un aumentata trasmissione superiore delle forze fasciali.
Possono essere posturali congenite: iperpronazione, disallineamento e dismetrie degli arti inferiori,valgismo del retropiede, torsione interna della tibia.
Oppure muscolari: contratture dei Flessori del piede, contratture del Soleo e rigidità del Tricipite Surale.
O ambientali che favoriscono la rigidità muscolare: calzature dure, usurate o senza potere ammortizzante. Quindi attenzione alle superleggere e alle chiodate e cambiare spesso le scarpe.
Terreni duri o rigidi; quindi attenzione all’asfalto e alle piste di atletica,quando si può è sempre meglio correre sull’erba.
Le variazioni repentine dello stile dall’allenamento,un brusco aumento dei carichi settimanali, una preparazione invernale esagerata,molta corsa in discesa possono essere delle concause.
PREVENZIONE:
La prevenzione si attua con allenamenti progressivi nel carico e nella frequenza,mai strafare. E’ importante il mantenimento delle catene muscolari detese; fondamentale quindi uno stretching specifico. Scelta della scarpa corretta che non crei alterazioni posturali e che sia ben ammortizzata. Corsa su terreni morbidi e piani.
TERAPIA:
La terapia consiste nel riposo variabile da un minimo di 3 a 6 settimane, durante il quale si può praticare attività motoria a basso carico (nuoto e cyclette) mirata al mantenimento muscolare e aerobico. E’ indicato lo stretching selettivo per elasticizzare la muscolatura che provoca rigidità . La valutazione di un ortesi plantare che corregge le alterazioni biomeccaniche di piede e gamba (vedi pronazione).
Come terapie fisioterapiche specifiche si usa la terapia manuale SCS che agisce sulle rigidità e libera il muscolo in 90 secondi. La riprogrammazione posturale RPG che aiuta una corretta riacquisizione della postura fisiologica e corregge l’eccessiva pronazione. Il massaggio dei muscoli irrigiditi coinvolti. La propriocettività che migliora la reazione di base del piede. Il kinesiotaping che detende il tibiale anteriore.
E’ anche utile la predisposizione di una soletta che sia antiurto e che corregga la pronazione.
Il ritorno alla corsa avviene gradualmente e in assenza di dolore mantenendo tutti gli accorgimenti che potrebbero riportare a una ricaduta patologica.