LESIONI MUSCOLARI
I traumi muscolari indiretti vengono distinti in cinque livelli di gravità attraverso un criterio anamnestico, sintomatologico ed anatomo-patologico.
Contrattura:
Si manifesta con dolore muscolare che insorge quasi sempre a distanza dall’attività sportiva, con una latenza variabile (dopo qualche ora o il giorno dopo), mal localizzato, dovuto ad un’alterazione diffusa del tono muscolare, imputabile ad uno stato di affaticamento del muscolo, in assenza di lesioni anatomiche evidenziabili macroscopicamente o all’esame clinico.
Stiramento:
È sempre conseguenza di un episodio doloroso acuto, insorto durante l’attività sportiva, il più delle volte ben localizzato, per cui il soggetto e costretto ad interrompere l’attività , pur non comportando necessariamente un’impotenza funzionale immediata, e del quale conserva un preciso ricordo. All’esame clinico non sono presenti lacerazioni macroscopiche delle fibre, il disturbo può essere attribuito ad un’alterazione funzionale delle miofibrille, ad un’alterazione della conduzione neuro-muscolare oppure a lesioni sub microscopiche a livello del sarcomero. La conseguenza sul piano clinico è rappresentata dall’ipertono del muscolo, accompagnato da dolore.
Strappo:
Si manifesta con dolore acuto, violento che compare durante l’attività sportiva (criteri anamnestico e sintomatologico comuni a tutti gli strappi), attribuibile alla lacerazione di un numero variabile di fibre muscolari. Lo strappo muscolare è sempre accompagnato da uno stravaso ematico, più o meno evidente a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione e dall’integrità o meno delle fasce. La distinzione in gradi viene riferita alla quantità di tessuto muscolare lacerato e comprende:
• I grado: lacerazione di poche miofibrille all’interno di un fascio muscolare, ma non dell’intero fascio;
• Il grado: lacerazione di uno o più fasci muscolari, che coinvolge meno dei 3/4 della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel punto;
• III grado: rottura muscolare, che coinvolge più dei 3/4 della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel punto e che può essere distinta in parziale (lacerazione imponente, ma incompleta della sezione del muscolo) o totale (lacerazione dell’intero ventre muscolare).
È importante sottolineare che, sul piano clinico, il confine tra stiramento e strappo muscolare di I grado è molto sfumato in fase precoce quando lo stravaso ematico può non risultare evidente. La diagnosi dovrà fondarsi sull’indagine ecografica, eseguita dopo 48-72 ore dal trauma.
TRATTAMENTO TERAPEUTICO
Per ottenere i migliori risultati il trattamento deve seguire i tempi di guarigione fissati dal processo di riparazione.
Il trattamento fisiochinesiterapico dell’atleta ha come scopo di:
1) limitare le conseguenze dell’azione lesiva sui tessuti interessati dal trauma;
2)prevenire i danni futuri;
3)restituire il più rapidamente possibile l’atleta alle competizioni nel rispetto dei tempi di guarigione biologica;
Questi tre punti sono strettamente legati tra di loro e dipendenti dal trattamento attuato nella fase iniziale (24-48 ore).
Fase iniziale
L’azione lesiva del trauma sui tessuti provoca edema, ematoma, vasodilatazione capillare, trombosi e costrizione arteriolare oltre, naturalmente, discontinuazioni del tessuto maggiormente interessato sia esso muscolo, tendine, legamento, tessuto fasciale od altro.
Il trattamento nella fase iniziale (prime 24-48 ore) si pone di limitare e circoscrivere il danno tissutale. E’ noto che i fenomeni d’edema e i processi riguardanti l’evoluzione ed il riassorbimento dell’ematoma causano se non trattati fibrosi post-traumatica che porta a limitazione funzionale del muscolo.
Il dolore è patologico perchè mantiene e sostiene le alterazioni vascolari locali e lo stato di contrattura muscolare e di atteggiamento antalgico che spesso pregiudicano il processo di guarigione. Sul dolore si deve agire immediatamente con:
a) infiltrazioni locali anestetiche
b) ghiaccio locale
c) postura corretta attraverso RPG , kinesiotaping e bendaggio funzionale
d) elettro-terapia antalgica senza contrazione muscolare; ionoforesi con sostanze analgesiche, antiflogistiche, antiaggreganti e fibrinolitiche.
Il trattamento sul dolore deve influire anche sulla contrattura muscolare e quando tale fenomeno è particolarmente marcato si utilizzano le tecniche fisioterapiche di rilasciamento come l’SCS.
Fase di cicatrizzazione
Il trattamento va impostato dalla 48a ora al 15°-30° giorno a seconda dell’entità della lesione
I processi di riparazione devono essere tenuti in considerazione nel programmare il trattamento perché condizionano la cicatrice a seconda degli stimoli che subiscono. Il tessuto di neoformazione di collagene è particolarmente sensibile alle sollecitazioni meccaniche che in questa fase possono modellarlo a seconda delle caratteristiche richieste dalla funzione. Sollecitazioni in trazione permettono un incremento dell’elasticità fino ad un massimo del 20% mentre un carico di 10-12 Kg per mm2 portano alla rottura delle fibre. In questa fase quindi il trattamento fisioterapico deve rispettare il processo di cicatrizzazione cercando di ottenere una cicatrice elastica nel muscolo e invece solida nella strutture tendinee, legamentose, capsulari e fasciali.
Il trattamento quindi dovrà essere programmato secondo, i seguenti criteri.
a) Nel muscolo esercizi graduali di allungamento prima passivi e poi attivi
b) Prevenzione delle aderenze attraverso Ionoforesi e Massoterapia dapprima distanti dal focolaio e successivamente, a seconda dell’evoluzione, anche nella cicatrice comunque non prima del 10°-15° giorno.
Recupero Funzionale
A cicatrice formata ed a stabilità articolare acquisita inizia il recupero specifico del trofismo muscolare, dello schema motorio e della forza muscolare.
Per il trofismo questa fase si avvale degli esercizi di isometrica senza carichi ed in isotonica (concentrica ed eccentrica) con resistenze variabili da 2 a 5 kg. Naturalmente occorre considerare, trattandosi di atleti, che le condizioni di partenza di trofismo muscolare sono notevoli e quindi il lavoro di recupero dev’essere più intenso con numero di contrazioni elevatissime fatte molto spesso durante la giornata.
Il recupero della forza si ottiene attraverso la contrazione isometrica con carico che dovrebbe essere del 12% alla settimana fino al 75% della forza limite.
Per lo schema motorio sono indicati esercizi di recupero articolare assistiti (attivi e passivi) da svolgere contemporaneamente agli esercizi per il trofismo muscolare. A recupero articolare completo si utilizzeranno le tecniche di facilitazione propriocettiva.