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Dare segnali corretti al nostro corpo sul piano metabolico

Qualsiasi attività, che sottoponga i nostri sistemi funzionali ad un carico “stra-ordinario”, può generare, se non ben gestita, uno stato infiammatorio, acuto o addirittura cronico. L’infiammazione è un evento fisiologico, una risposta “corretta” del nostro corpo ad uno stato considerato “pericoloso” per la salute.

Tuttavia può diventare essa stessa “patologica”, qualora cronicizzi o recidivi, a causa di attività scorrette e protratte nel tempo. L’infiammazione cronica può favorire infortuni e traumi nello sport (e nella vita quotidiana) e anche altri disturbi e malattie.

Nei precedenti articoli, si è posto l’accento su come evitare l’infiammazione e salvaguardare l’integrità del sistema muscolo-scheletrico, grazie al riscaldamento pre-corsa e, a seguire, grazie ad una corretta analisi dei carichi funzionali (e del loro progressivo incremento).

In questo odierno, vogliamo accennare a come prevenire l’infiammazione, dando segnali corretti al nostro corpo, sul piano più squisitamente metabolico.

La medicina di segnale, metodica innovativa che integra conoscenze di diverse branche specialistiche (immunologia, endocrinologia, neurofisiologia…), offre sul tema spunti e consigli utili ed efficaci.

Il nostro corpo è composto da cellule, tessuti e organi che comunicano continuamente tra loro, grazie a “sostanze” specifiche (citochine, miochine, enterochine…) che, per semplificare, chiameremo “segnali”.

I segnali sono suscettibili di variazioni, per garantire un equilibrio tra ciò che accade dentro il corpo (eliminazione di ciò che non serve, riparazione, rigenerazione, trasformazione) e fuori dal corpo.

Se i “segnali” sono corretti, stiamo bene. Se i segnali diventano contraddittori, o si sbilanciano in modo anomalo, compaiono disturbi, sintomi, malattie.

Segnali metabolici

 

Quali sono i segnali corretti, per esempio, per il metabolismo?

Pensiamo agli animali.

In natura nessun animale è grasso. Se le condizioni ambientali sono adeguate, mangia solo il suo cibo naturale fino a completa sazietà.

Dunque, il primo e più importante segnale che attiva in modo corretto il metabolismo è un adeguato apporto energetico. Se il sistema metabolico non è sufficientemente nutrito, invece, si attivano strategie di risparmio, con il rischio di accumulare (aumento della massa grassa), anziché consumare, o peggio, con il pericolo di utilizzare le riserve più preziose (diminuzione della massa magra).

In entrambi i casi, si genera un terreno pro-infiammatorio, dovuto al cambiamento delle attività cellulari e all’aumento di tossine, ovvero di sostanze di “scarto” che i sistemi di drenaggio devono smaltire.

Ciò che conta, dunque, è porre il sistema metabolico in modalità “consumo”, così da favorire la corretta distribuzione del cibo introdotto in carburante di pronto utilizzo, in grasso e in muscolo.

 

Alimentazione: cibi sì e cibi no

L’alimentazione, prima fonte di energia, insieme alla respirazione (ricordiamo che senza l’apporto di ossigeno, le cellule non possono bruciare gli zuccheri e produrre ATP, la benzina del nostro corpo) dovrà essere la più “naturale” possibile.

Cibi sì: tutti gli alimenti di cui l’uomo si è cibato negli ultimi duecentomila anni.

Frutta e verdura locali e di stagione, proteine animali e vegetali, cereali integrali, semi oleosi. Corretta idratazione.

Cibi no: cibi (e bevande) zuccherati o ricchi di amidi e privi di fibra (sono potenti ingrassanti, poiché innescano reazioni biologiche responsabili del “picco glicemico”), grassi idrogenati, edulcoranti, diete monotone (eccesso di glutine, caseina…)

Zucchero, sale e grassi alterati hanno un potente impatto su alcuni circuiti del nostro cervello (centri cerebrali di reward, ricompensa), condizionandoci nella ricerca compulsiva degli stessi.

L’”infiammazione da cibo”, dovuta all’aumento di tossine, esattamente come altri fenomeni inducenti infiammazione, può disturbare la permeabilità intestinale e, quindi, i processi di assorbimento delle sostanze utili e l’eliminazione degli scarti alimentari, compromettendo, in un circolo vizioso, il corretto rifornimento di energia.

 

Il microbiota

Ricordiamo infine il segnale fondamentale del Microbiota.

 

microbiota

Così si definisce, oggi, l’insieme delle popolazioni di batteri, che albergano nel nostro intestino, utili ai processi di digestione, e non solo. Il microbiota ha un ruolo importantissimo nella corretta trasmissione dei segnali.

Alimentarsi adeguatamente garantisce benessere anche al sistema del microbiota e ne sostiene le numerose sinergie, purtroppo spesso compromesse da incongrue o esagerate terapie con antibiotici.

Nei casi più complessi, la medicina di segnale è in grado di intervenire nei diversi steps metabolici e non. Qualora si siano create alterazioni nella comunicazione tra cellule, a seguito di abitudini malsane (o ad altre cause adeguatamente indagate), è possibile intervenire e riabilitare i sistemi disfunzionali, utilizzando lo stesso linguaggio delle cellule, ovvero rimodulando i segnali alterati, nel più totale rispetto della biologia e fisiologia umane.

 

Dott.ssa Rosaria Gagliardo

Medico Chirurgo specializzata in Medicina Fisica,
Riabilitazione e Psicoterapia ad indirizzo Psicosomatico.
Diplomata in Medicina Cinese e Agopuntura.
Si occupa di Medicina Integrata,
Medicina di Regolazione e di Segnale,
Microimmunoterapia e Probiotica